14/08/15

Radio ga ga - Queen - 1984


Queen


Radio ga ga



Queen

Fonte: musictory.it

I Queen sono uno dei più importanti gruppi rock della storia della musica, molto popolare soprattutto negli anni settanta ed ottanta. Nonostante la morte del frontman Freddie Mercury il 24 novembre 1991, ancora oggi mantengono un grande seguito sia fra le vecchie che fra le nuove generazioni.

Il loro nome equivale all'appellativo inglese per Regina. Si stima che il gruppo abbia venduto circa 300 milioni di dischi, di cui oltre 32.5 milioni nei soli Stati Uniti, risultando perciò tra gli artisti di maggior successo commerciale della storia. Con le loro 1422 settimane nelle 

classifiche sono gli artisti di più lungo successo commerciale nel Regno Unito, superando leggende della musica, come i Beatles o Elvis Presley. Nel 2001 la band è stata inclusa nella Rock and Roll Hall of Fame di Cleveland, nell'Ohio, nel 2004 nella UK Music Hall of 

Fame e, nello stesso anno, il brano Bohemian Rhapsody è entrato nella Grammy Hall Of Fame, seguito nel 2009 dai brani We Will Rock You e We Are The Champions. Inoltre il complesso è l'unico nella storia ad essere stato ammesso per intero nella Songwriters Hall Of Fame.

Il gruppo ha riscosso nel corso degli anni un grandissimo successo di pubblico ed ha avuto una forte influenza sulle generazioni che l'hanno seguito e sui musicisti che ad esso si sono ispirati. Ognuno dei componenti era in grado di occuparsi della parte compositiva dei brani 

(numerosi furono infatti i pezzi scritti a più mani, come quelli composti dai soli membri in autonomia), ma era Freddie Mercury il personaggio più noto del gruppo, sia per via del ruolo di leader sia per le proprie straordinarie capacità vocali, con un'estensione pari a tre ottave, 

senza l'uso del falsetto, ed a 3 e mezzo con l'uso dello stesso. Tra i brani scritti da Mercury si ricordano We Are the Champions, Bohemian Rhapsody (proclamata più volte da critici e da sondaggi popolari la migliore canzone di sempre), Somebody to Love. Degli altri membri 

della band sono molto citati anche Radio Ga Ga di Roger Taylor, We Will Rock You e Who Wants to Live Forever di Brian May, e Another One Bites the Dust e I Want to Break Free di John Deacon. In quasi tutti gli album pubblicati, tranne nei primissimi, era presente almeno un brano scritto da ogni componente del gruppo.

Altra caratteristica che li ha resi celebri erano le loro esibizioni dal vivo; dal 1970 al 1986 hanno sostenuto 707 concerti in 26 nazioni toccando tutti e 5 i continenti. Alla band è stato 

spesso attribuito, nel corso degli anni, il titolo di miglior live-band della storia e la loro esibizione al Live Aid è stata votata da un vasto numero di critici non solo come la migliore dell'evento, ma una delle migliori in assoluto della storia della musica.

I Queen si formarono nel 1970, dopo che Freddie Mercury (vero nome Farrokh Bulsara), cantante e pianista del gruppo Sour Milk Sea, si era unito agli Smile, rimasti in due (Brian May e Roger Taylor) dopo l'abbandono del cantante e bassista Tim Staffell.

Subito dopo la sua entrata nel gruppo, Mercury propose di cambiare il nome della band in Queen. Nel 1971, dopo aver provato nelle prime esibizioni alcuni bassisti, la band decise di assumere definitivamente John Deacon. «Ho pensato al nome "Queen". È solo un nome, 

ma è molto regale ovviamente, e suona benissimo. È un nome forte, molto universale e immediato. Ha molte potenziali visuali ed è aperto a tutti i tipi di interpretazioni.»
(Freddie Mercury)


Lo stemma della band (disegnato da Mercury) include i segni zodiacali dei quattro componenti, sovrastati da un'araba fenice, uccello mitologico conosciuto per la capacità di ritornare in vita dalle sue stesse ceneri, scelta in segno di immortalità e speranza. Il logo è 

composto da due leoni (Roger Taylor e John Deacon) a presidiare la corona della regina al centro di una "Q" (Queen, appunto), un granchio per il segno del Cancro (Brian May) e due fate che rappresentano la Vergine (Freddie Mercury).

«I nostri album tenderebbero ad essere una collezione di canzoni, perché le scriviamo tutte nel gruppo, tutti insieme.»
(John Deacon)

Nell'estate del 1973 i Queen pubblicarono il loro primo album, dall'omonimo titolo. L'uscita dell'album fu anticipata dalla pubblicazione del singolo Keep Yourself Alive, che però non fece mai comparsa nelle classifiche britanniche (anche a causa della mancanza di 

promozione radiofonica), e anzi venne definito addirittura "osceno" dai critici della rivista Rolling Stone. A distanza di anni dalla sua pubblicazione, Queen sarebbe stato però considerato un ottimo album d'esordio. Il disco contiene anche Seven Seas of Rhye, ma 

non si tratta della stessa versione conosciuta dalla maggior parte delle persone, quella cioè pubblicata come singolo l'anno dopo ed inclusa nel loro primo greatest hits, bensì di una versione strumentale.

Nel febbraio del 1974 vide la luce Queen II, il loro secondo album, diviso in due, Lato Bianco (White Side) e Lato Nero (Black Side), composti rispettivamente da Brian May e Freddie Mercury con un contributo di Roger Taylor nel White Side. Quest'album è stato più 

volte considerato da parte della critica un concept, incentrato sull'eterna lotta tra il bene ed il male. Il singolo estratto fu la versione cantata di Seven Seas of Rhye, loro prima hit, che raggiunse, ma solo in Gran Bretagna, la top ten assestandosi alla decima posizione della classifica.


«Parecchia gente credeva che fossimo soltanto una band di Heavy Metal, ma Killer Queen mostrava un lato nuovo dei Queen. Di sicuro quell'album riempiva un vuoto storico, era di più facile ascolto e avrebbe affascinato molta più gente.»
(John Deacon)

Il 1974 si rivelò comunque un anno più soddisfacente per la formazione inglese, soprattutto perché in ottobre riuscì a pubblicare Sheer Heart Attack, terzo album in studio. Composto da una notevole varietà di stili musicali, il singolo più famoso tratto dall'album fu Killer 

Queen, che raggiunse la seconda posizione, anche stavolta solo in Gran Bretagna. La varietà di generi musicali passa dall'hard rock/heavy metal di Now I'm Here e Stone Cold Crazy (coverizzata dai Metallica nel 1990), al rock di Brighton Rock e Tenement Funster, alle ballate come Dear Friends, fino ad un accenno di charleston con Bring Back That Leroy Brown.

«È stato un lavoro terribile: una settimana intera per cercare di realizzare le idee di Freddie; ogni volta che m'illudevo di aver finito con i cori arrivava e diceva: "Ho pensato di aggiungere ancora un po' di «Galileo»"»
(Roy Thomas Baker - riguardo la nascita di Bohemian Rhapsody)

«Per Queen II e Sheer Heart Attack volevamo fare un sacco di cose ma non c'era abbastanza spazio mentre per A Night At The Opera l'abbiamo avuto. Non siamo ancora a metà strada, ma da quello che ho potuto sentire abbiamo superato tutto quanto abbiamo fatto in precedenza.» (Freddie Mercury)

Il 1975 fu l'anno dell'affermazione. I Queen passarono molto tempo in sala di registrazione, in ben sei studi di produzione, con la guida del produttore Roy Thomas Baker ed incisero l'album A Night at the Opera, l'album più costoso dell'epoca. Il titolo è ispirato all'omonimo 

film dei fratelli Marx, ed è uno dei loro album di maggior successo. Contiene una delle loro canzoni più celebri, Bohemian Rhapsody, scritta da Freddie Mercury e accompagnata da quello che è definito il primo videoclip della storia: il brano rimase per ben nove settimane 

brano del 1957). Notevoli furono anche i brani scritti dagli altri componenti, come I'm In Love With My Car di Roger Taylor, brano tra l'altro cantato proprio dal batterista, The Prophet's 

Song, lunga suite di Brian May e You're My Best Friend di John Deacon, sua seconda composizione per la band e giunta al settimo posto nella classifica inglese. Quest'album fu il loro primo successo negli Stati Uniti.

Nel 1976, dopo aver ottenuto un certo successo di critica e pubblico, i Queen si esibirono in un concerto gratuito ad Hyde Park, a Londra, dove si radunarono circa 176.000 persone, un buon risultato per la band. In tale occasione furono presentati anche brani appartenenti al 

loro album successivo, A Day at the Races, il cui titolo si rifà ancora una volta ad un altro omonimo film dei fratelli Marx. All'epoca, ed effettivamente ancor oggi, il disco venne considerato non all'altezza del precedente, nonostante fosse di ottima qualità e contenesse 

brani molto apprezzati come Somebody to Love, in cui i Queen tentarono di rifarsi al genere gospel, il brano hard rock Tie Your Mother Down, pezzo forte di tutti i loro futuri concerti (nonostante un per niente eccelso 28° posto nelle charts) e The Millionaire Waltz, che prosegue l'eclettismo musicale di Bohemian Rhapsody.

Il 1977 vide il nascere del movimento punk, ma i Queen seppero adeguarsi alla moda del momento ancora una volta e resistere alla crisi del rock. In due mesi e mezzo registrarono News of the World, il loro sesto album, che si contraddistingue per sonorità più immediate e 

grezze e fu il loro secondo successo negli Stati Uniti. L'album contiene le due "hit da stadio", spesso suonate in occasione degli eventi sportivi, We Are the Champions e We Will Rock You, rispettivamente scritte da Freddie Mercury e Brian May, il pezzo pre-punk Sheer Heart Attack di Roger Taylor, e la ballata di John Deacon Spread Your Wings.

Nel 1978 i Queen lanciarono Jazz, con un party sopra le righe, come nel loro solito stile, a New Orleans, in omaggio all'omonimo stile musicale ma anche come voluto gioco di parole, dato che in inglese jazz può significare anche "chiacchiere, pettegolezzi". L'album venne 

criticato sia dalla stampa sia da una parte del pubblico, per essere troppo pomposo e artefatto, gli stessi motivi che portarono molti altri ad osannarlo. Tra le sue canzoni più famose ci sono Fat Bottomed Girls, un hard rock grezzo scritto da Brian May, Bicycle Race, 

un pezzo che prende in giro miti e luoghi comuni dell'epoca ed accompagnato da un video (poi censurato) che presentava ragazze nude in bicicletta, e Don't Stop Me Now, allegra cavalcata di pianoforte e voce, scritte entrambe da Freddie Mercury. Nell'album compare 

anche il brano hard rock Mustapha, la cui intro in arabo diventò un classico dei concerti negli anni settanta, e la ballata Jelaousy, singolo del 1979, caratterizzata dalla chitarra di May, il cui suono ricorda molto da vicino un Sitar.

Dopo una lunga serie di concerti, nel 1979 uscì Live Killers, il loro primo album live. Negli anni seguenti, tutti e quattro i membri della band si dichiararono non soddisfatti dal messaggio sonoro del disco, pubblicato per volontà della EMI al solo scopo di placare le numerose pubblicazioni bootleg dell'epoca.

Nel 1980 i Queen compirono un'altra svolta stilistica, pubblicando l'album The Game. Affidandosi alle cure del produttore Mack, ripulirono il loro stile dalla pomposità glam anni settanta e si lanciarono con suoni più asciutti e diretti negli anni ottanta. Quest'album segnò 

la comparsa, per la prima volta su un album dei Queen, dei sintetizzatori, l'assenza dei quali era espressamente rimarcata nei credits degli album precedenti. The Game contiene alcuni dei singoli più venduti della band inglese: Crazy Little Thing Called Love di Freddie 

Mercury, primo numero uno della band negli Stati Uniti; Another One Bites the Dust di John Deacon, il pezzo più venduto in assoluto dei Queen negli USA, nelle classifiche Billboard rock, dance ed R&B contemporaneamente e lanciato come singolo, secondo una voce non 

confermata, su consiglio di Michael Jackson; Save Me, una ballata di Brian May. The Game raggiunse per la prima volta il primo posto in classifica, sia in Gran Bretagna che negli Stati 

Uniti. Nello stesso anno i Queen composero la colonna sonora del film Flash Gordon. Anche se il film si rivelò in seguito un flop commerciale, la pellicola ebbe il merito di accrescere ancora la già smisurata fama del quartetto.

Il 1981 vide i Queen impegnati in un altro tour mondiale, che li portò in Europa, Stati Uniti, Giappone e, per la prima volta, in America Latina. Nello stesso anno uscì la prima raccolta ufficiale dei loro brani di maggior successo, Greatest Hits, che è tra i dischi più venduti dal quartetto (secondo le ultime stime, 12 volte disco di platino).

Al termine del tour, nel 1982, i Queen si dedicarono alla registrazione dell'album successivo, Hot Space. Il disco risentì del successo dell'album precedente, The Game, e abbandonò le sonorità rock per essere influenzato da disco e funk. All'epoca venne 

considerato un tradimento dai fan della vecchia guardia, abituati all'hard rock della band inglese, ed il loro peggiore album, nonostante un buon quarto posto in classifica. I brani furono registrati con una produzione diversa; tuttavia non mancano pezzi di stile 

classicamente hard rock e glam come Under Pressure, scritta ed interpretata insieme a David Bowie, Back Chat e Staying Power, la ballata Las Palabras De Amor, Life is real (dedicata a John Lennon) e pezzi più aggressivi come Put Out The Fire ed Action This Day, 

brani questi assai apprezzati dal vivo, ma non così sul disco, anche grazie ad arrangiamenti più rock ed immediati durante le esibizioni live. Michael Jackson si ispirò a Hot Space per il suo album "bestseller" Thriller del 1982.

Sempre attenti all'aspetto commerciale dei loro album e a causa del responso di pubblico non esaltante per Hot Space, nel 1983 i Queen sospesero le attività e si dedicarono a progetti solisti. A quella data risalgono le prime voci di un loro possibile scioglimento. Nel 

1984 ritornarono con un nuovo album, The Works, che contiene ben quattro singoli: Radio Ga Ga, scritta da Roger Taylor ed uno dei loro più celebri inni da stadio, resa celebre dal battimano nel video guidato da Freddie Mercury (la canzone fu anche eseguita, dal gruppo 

durante il Festival di Sanremo, nel febbraio del 1984, in playback per l'unica volta nella loro 
carriera, e questo causò anche liti interne poco prima dell'esibizione); la ballata It's a Hard Life, brano in parte ispirato all'opera I Pagliacci, e il cui videoclip era uno tra i preferiti di 

Mercury; Hammer to Fall e I Want to Break Free, canzone diventata un inno di libertà per i popoli sudamericani. Proprio quest'ultima avrebbe fatto nascere altre polemiche sui Queen. Il video che l'accompagna, su idea della ragazza di Roger Taylor, vede i quattro travestiti 

come le protagoniste di una popolare serie inglese dell'epoca. Giudicato molto divertente dagli inglesi, fu tacciato di cattivo gusto negli Stati Uniti e bandito dalle televisioni. Proprio le scarse vendite, a dispetto del successo dei quattro singoli e la presenza di altri brani sperimentali e di qualità su The Works, furono motivo di altre tensioni nel gruppo.

«Quando ci siamo travestiti per il video di "I Want To Break Free", in Inghilterra tutti l'hanno presa come una cosa divertente, ma in America non l'hanno mandata giù, e l'hanno considerata un grave affronto.» (Brian May.)

Nello stesso anno i Queen si esibirono a Sun City, in Sudafrica, dove allora vigeva il regime razzista dell'apartheid. Per quella performance furono molto criticati, in patria e nel resto del mondo.

Il 1985 li vide protagonisti di due grandi eventi musicali. Il 12 gennaio furono gli ospiti
principali del Rock in Rio, dove suonarono davanti circa 300.000 persone, sia nella serata iniziale sia in quella finale del 19 gennaio. L'evento che li consegnò alla storia fu però il Live 

Aid, concerto umanitario organizzato da Bob Geldof e tenutosi il 13 luglio 1985, che vide la partecipazione di numerosi artisti internazionali. I Queen si esibirono a Wembley per una ventina di minuti. A detta della stampa, del pubblico e degli altri musicisti presenti, per una 

volta d'accordo, la loro interpretazione fu memorabile e addirittura una delle migliori di tutti i tempi; in particolare, Radio Ga Ga, cantata da Freddie Mercury che guidava il battimani dell'intero stadio, è rimasta nella storia.

«Noi abbiamo suonato bene, ma Freddie era oltre, e ha portato tutto a un altro livello.»
(Brian May sull'esibizione del Live Aid)

«I Queen non erano più un gruppo unito ma quattro individualità che lavoravano insieme. Il Live Aid ci ha totalmente rivitalizzati, restituendoci l'entusiasmo di un tempo.»
(John Deacon)

La partecipazione al Live Aid rivitalizzò i Queen, che pubblicarono il singolo hard rock One Vision, poi utilizziato come colonna sonora del film L'aquila d'acciaio. Il brano figurò nel loro successivo album.

A Kind of Magic uscì nel 1986, e le composizioni fanno parte della colonna sonora del film
Highlander. Il singolo A Kind of Magic arrivò primo in ben 35 nazioni e rilanciò in modo definitivo i Queen, che iniziarono il Magic Tour, il loro tour più grande e spettacolare. In 26 

date raccolsero circa un milione di spettatori, di cui 400.000 solo in Gran Bretagna. Di particolare rilievo furono le date di Budapest, all'epoca ancora sotto l'influenza dell'Unione Sovietica (fu il primo concerto di un artista europeo in un paese dell'Europa dell'Est dal 

1964), al Wembley Stadium e quella finale a Knebworth. A Wembley Freddie dichiarò, per smentire le ennesime voci di scioglimento: «Forget those rumours, we're gonna stay together 'till we fucking well die, I'm sure!» («Dimenticate queste voci, staremo ancora insieme fino alla dannata morte, ne sono più che sicuro!»).

Il concerto al Wembley Stadium fu uno dei più famosi e celebrati. Si aprì con la canzone One Vision, e poi si concluse con l'inno inglese God Save the Queen. Il concerto durò più di Forever. A Knebworth, il 9 agosto 1986, Freddie Mercury si esibì per l'ultima volta con i Queen in una delle sue prestazioni vocali più apprezzate.

Dopo il Magic Tour, i Queen si presero una pausa di tre anni. Freddie collaborò con il soprano Montserrat Caballé per registrare l'album Barcelona, la cui canzone omonima divenne tre anni dopo l'inno dei Giochi olimpici di Barcellona 1992. Nel 1989 i Queen 

ritornarono con l'album The Miracle, che contiene ben cinque singoli tra cui la potente I Want It All (terzo posto nelle classifiche) e la solare The Miracle, che li lanciò verso il disco di platino negli USA. Per la prima volta ogni singolo brano fu accreditato all'intera band, 

anche se per la maggior parte delle volte le canzoni erano per lo più scritte da un solo componente. Dell'album fanno parte anche singoli come The Invisibile Man, Breakthru e Scandal.

L'assenza di un tour, e le sempre più rare apparizioni di Freddie in pubblico, alimentarono le speculazioni della stampa sulla salute del cantante. Freddie si limitò a dire che la decisione di non compiere un tour era dovuta soltanto a lui, oltre che alla voglia di rompere il ciclo album/tour degli anni passati.

«Non penso che dimenticheremo mai il giorno che Freddie ci disse della malattia. Ce ne andammo via da qualche parte con la morte nel cuore.»
(Brian May)

Nel 1991 le voci su Freddie Mercury malato di AIDS divennero sempre più insistenti sui quotidiani scandalistici, ma furono negate con altrettanta determinazione dal cantante, da sempre in lotta con la stampa per proteggere la propria privacy (per la cui tutela amava 

paragonarsi a Greta Garbo). Nello stesso anno uscì l'album Innuendo, uno dei loro migliori a detta di pubblico e critica. L'omonima canzone è una piccola opera rock di sei minuti, composta di varie parti tra cui un assolo di flamenco (eseguito da Steve Howe, storico 

chitarrista degli Yes). Il video di supporto al singolo, consentì ai Queen di battere la loro stessa storia, superando in lunghezza quello di Bohemian Rhapsody. Tutto l'album risentì di un clima triste, per l'aggravarsi della malattia di Freddie. Tra gli altri brani sono citati anche: 

Headlong, potente hard rock; I'm Going Slightly Mad, brano surreale e volutamente ironico; la drammatica ed epica The Show Must Go On, di un'impressionante difficoltà vocale e These Are The Days of Our Lives, un ricordo dei tempi passati insieme, nel cui video 

Mercury comparve pubblicamente per l'ultima volta. Casualmente, ma significativamente, le ultime parole del brano "I Still Love You" (Vi amo ancora) sembrano voler rappresentare quasi un ultimo saluto del cantante ai suoi fan.


Il 23 novembre 1991 Freddie Mercury annunciò ufficialmente al mondo di avere l'AIDS.
«Non voglio cambiare il mondo, lascio che siano le mie canzoni ad esprimere le sensazioni e i sentimenti che provo ed ho provato. Essere felici è il traguardo più importante per me, 

ora, e quando sono felice il mio lavoro lo dimostra. Alla fine tutti gli errori che ho commesso e tutte le relative scuse saranno da imputare solo a me: mi piace pensare di essere stato solo me stesso... Adesso voglio solamente avere tutta la gioia e la serenità possibili, e vivere quanta più vita possa, per tutto quel poco tempo che mi resta da vivere.»

Il 20 aprile 1992 si svolse a Wembley il Freddie Mercury Tribute, il concerto in ricordo del cantante. Insieme ai tre componenti superstiti del gruppo, si alternarono sul palco altri artisti di spessore come Metallica, Guns N' Roses, David Bowie, Roger Daltrey, Robert Plant, 

George Michael, Elton John, Liza Minnelli, Extreme, Def Leppard e molti altri, che eseguirono anche brani dei Queen. Il concerto, oltre che per l'eccezionalità dell'evento musicale, si segnalò per l'aver richiamato il mondo sul dramma dell'AIDS. Il giudizio della 

critica dal punto di vista squisitamente musicale fu impietoso: le tracce dei Queen cantate da altri cantanti misero in mostra, se mai ce ne fosse stato bisogno, l'inadeguatezza di 

questi nei confronti della voce e dell'interpretazione di Freddie Mercury. Il solo George Michael sembrò cavarsela abbastanza bene. Altre polemiche nacquero da un Padre Nostro recitato da David Bowie nel corso della sua esibizione.

Nel 1995 uscì Made in Heaven, con le ultime registrazioni inedite di Freddie Mercury, che riportò i Queen ai primi posti delle classifiche di vendita. Il disco contiene vecchie tracce rielaborate non pubblicate negli album precedenti, come My Life Has Been Saved (b-side 

risalente al 1989), più le ultime tracce vocali di Freddie Mercury registrate prima di morire, come A Winter's Tale, la ballata Too Much Love Will Kill You (brano solista di May) e 

Mother Love. Quest'ultima sembra che sia l'ultima traccia vocale registrata da Mercury, anche se il produttore David Richards ha dichiarato di avere ascoltato la registrazione di almeno altre due demo.

Nel 1997 fu pubblicato Queen Rocks, una compilation che raccoglie le canzoni più dure della band, tra cui Stone Cold Crazy, One Vision, Hammer To Fall ed I Want It All. Inoltre c'era una complessa revisione di I Can't Live With You e No-One But You, brano inedito 

suonato dai tre rimanenti membri della band, con l'alternarsi alla voce di Brian May e di Roger Taylor, in memoria di Freddie Mercury e successivamente di Lady Diana, scomparsa in quell'anno (sarà l'ultimo brano in cui John Deacon suonerà il basso per i Queen).


Nel 1999 uscì il Greatest Hits III, una raccolta giudicata dalla critica "per mantenere alto il nome Queen". Questo disco contiene: tracce soliste di Freddie Mercury come Living On My Own e Barcelona; una versione remixata di Under Pressure (unico singolo della raccolta) e 

vari duetti, che spiegano quell'insolito "+" presente sulla copertina dell'album affianco al nome "Queen". Another One Bites The Dust è in questa occasione ripresa da Wyclef Jean, mentre The Show Must Go On e Somebody to Love sono cantate rispettivamente da Elton 

John e George Michael. Chiudono la tracklist No-One But You e Thank God It's Christmas (singolo del 1984 precedentemente mai incluso in un album), e i singoli di maggior successo estratti dall'album Made in Heaven.

Nonostante la scomparsa di Freddie Mercury, leader indiscusso e simbolo della band, la musica dei Queen è sopravvissuta al cantante, continuando a riscuotere successo anche negli anni seguenti e conquistando ancora molti fan tra le nuove generazioni.

Il 3 giugno 2002 i Queen rimanenti (May e Taylor) sono stati ospitati al Party at the Palace a Londra, ove hanno suonato in ordine: Radio Ga Ga (voce di Taylor e batteria di Phil 

Collins), We Will Rock You (voce di May e duetto alle batterie di Taylor e Collins), We Are the Champions (voce di Will Young) e Bohemian Rhapsody (in una spettacolare esibizione del cast del musical We Will Rock You).


Nel 2003 invece sono stati ospitati al Pavarotti & Friends, ove hanno suonato We Will Rock You (cantata da Brian May), Radio Ga Ga (cantata da Roger Taylor), Too Much Love Will Kill You (in un duetto fra Brian May e Luciano Pavarotti, che cantava la stessa canzone con strofe in italiano), e We Are the Champions (cantata da Zucchero).

Prova del continuo affetto dei fan è il tour mondiale sostenuto dal 2005 al 2006 da Brian May e Roger Taylor, che ha riscosso un enorme successo in Europa e negli Stati Uniti.

Al fianco del chitarrista e del batterista vi è stato l'ex cantante di Free e Bad Company, Paul Rodgers. Per scelta dei due membri della band, il tour è sempre stato annunciato come Queen + Paul Rodgers, per specificare come non si trattasse di un cambio di formazione 

ma di un'"aggiunta" occasionale alla band originale, dovuta alla necessità di avere un cantante. Precedentemente, infatti, molti fan avevano espresso il loro malcontento per un'eventuale nuova formazione della band storica. Ma i rimanenti Queen non hanno mai 

cercato un nuovo cantante, nonostante l'ammirazione di molti artisti come la popstar Robbie Williams, che nel 2004 aveva addirittura dichiarato: "Mi sarebbe piaciuto prendere il posto 

di Freddie Mercury nei Queen". Dopo tanti anni, la collaborazione di Paul Rodgers è stata casuale e si è resa possibile solo grazie alla sinergia tra lui e gli altri Queen, creatasi durante una sessione ritmica.

Da questo come da altri progetti della band senza Freddie Mercury, il bassista John Deacon si è sempre dissociato, pur riferendo la propria non ostilità verso tali operazioni. La sua ultima apparizione con il resto della band risale al 17 gennaio 1997, al Ballet for Life - Music 

by Queen & Mozart tenutosi a Parigi, in Francia. In questa occasione fu eseguita dal vivo The Show Must Go On, assieme ad Elton John. Ora John Deacon vive in Inghilterra con la sua famiglia, e lavora come piccolo imprenditore.


Così nella primavera del 2005 i Queen + Paul Rodgers partono per una tournée che toccherà anche 4 città italiane (Roma, Milano, Firenze e Pesaro) a dispetto delle pochissime presenze nel nostro paese durante la loro carriera con Freddie Mercury e John Deacon, 

vale a dire una apparizione a Sanremo nel 1984 e sempre nello stesso anno due concerti il 14 e 15 settembre al Palasport di Milano San Siro, poi crollato sotto il peso della neve nel 

Gennaio successivo. Il tour riscuote grande successo e ciò induce May, Taylor e Rodgers a tentare l'avventura anche in Giappone e in Nord America dove riscuoteranno altrettanto successo.

Il 19 settembre 2005, il tour europeo Queen + Paul Rodgers ha dato vita al doppio CD live "Return of the Champions", raccolta delle classic hits presenti in scaletta nei concerti del tour, comprendenti anche alcuni brani di Free e Bad Company come All Right Now, Can't Get Enough e "Feel Like Making Love".

Il 15 agosto 2006, Brian May ha annunciato il ritorno dei Queen con la registrazione di un nuovo album di studio, dopo 12 anni di silenzio discografico. La "nuova" formazione comprende May, Taylor e Paul Rodgers.

Nel gennaio del 2007, il chitarrista del gruppo ha dichiarato che nei mesi di febbraio e marzo è stata prevista la registrazione del nuovo disco con Paul Rodgers, sostenendo che sarebbe stato tutto materiale nuovo e da non confrontare con quello degli anni precedenti. Inoltre May ha annunciato che nel 2007 non ci sarebbe stato nessun tour, previsto invece per il 2008.

Nel marzo 2008, è stato annunciato da parte del gruppo sia il lancio del nuovo album The Cosmos Rocks, pubblicato il 15 settembre 2008 in Europa e il 14 ottobre in USA, sia il nuovo tour. Il tour è partito il 16 settembre 2008 e prevedeva 25 tappe, tra cui due italiane: Roma (26 settembre 2008) e Milano (28 settembre 2008).

I Queen hanno ricevuto una nomina ai Grammy nella categoria "Miglior canzone rock da un duo o vocale", grazie al brano Another One Bites The Dust.

Source: rockhall.com

Queen represented rock’s bombastic pinnacle. Melding glam-rock with hard-rock, the group’s ornate, multi-tracked recordings and in-your-face songs resulted to worldwide sales of more than 130 million records. Queen took flight in the Seventies, embodying the thrills 

and excesses of that decade. “We’re the Cecil B. DeMille of rock and roll, always wanting to do things bigger and better,” said vocalist Freddie Mercury. Exhibiting a keen intelligence and capacity for reinvention, Queen drew from contemporary music, visual media and pop culture, blowing it all up into a multimedia spectacle grounded in solid rock.

Beyond the flamboyant exterior, however, there was genuine power and daring in their music, which ranged from the neo-rockabilly swagger of “Crazy Little Thing Called Love” to the driving disco-funk of “Another One Bites the Dust.” Queen concocted a densely layered 

rock operetta, “Bohemian Rhapsody,” that is among the most ornate productions in music history. They also served up crowd-pleasing chants like “We Are the Champions” and “We Will Rock You,” which have both become anthems in the world of sports.

The group formed in London in 1971. They came to music from university studies in such far-ranging disciplines as art, biology and astronomy. In keep with their regal vision, the nascent quartet foreswore the usual humbling rounds of pub and club gigs, working 

privately on a more theatrical, stage-ready presentation. Their first public concert took place in 1973 before an audience of invited guests at a London college. Eight years later, in March 1981, they would perform in Sao Paulo, Brazil, on consecutive nights to audiences 

numbering 131,000 and 120,000 - the largest paying crowds ever to hear a single band. In 1985, they played to a quarter of a million people at the Rock in Rio festival. That same year, they delivered an electrifying segment at the Live Aid benefit concert, seen by a TV audience of hundreds of millions.

Clearly Queen was a band born to play stadiums. A specially designed stage prop - a 5,000-pound lighting rig shaped like a crown - accompanied them on tour. “The stage is 

designed to cope with the venues we’re playing in, to get the optimum out of those places,” explained drummer Roger Taylor. “The more the merrier,” said guitarist Brian May of Queen’s stadium-filling mass appeal.

Excepting live albums and hits compilations, Queen released 15 studio albums of original music between 1973 and 1995. Their self-titled debut laid out the fundamentals of Queen’s sound - built around May’s layered guitars and Mercury’s biting vocals - on such tracks as 

“Keep Yourself Alive” and “Liar.” Their massively overdubbed second album, Queen II (1974), exploited cutting-edge studio technology and remains a pillar of grandiose, assaultive hard rock. The title of Queen’s third album, Sheer Heart Attack (also released in 

1974), summed up the monumental intensity of their work and yielded their first hit single, “Killer Queen.” Back-to-back albums at mid-decade - A Night at the Opera and A Day at the Races - borrowed Marx Brothers movie titles. More important, A Night at the Opera 

ushered forth Queen’s grandest moment: “Bohemian Rhapsody.” This seven-minute magnum opus cracked the Top Ten on two occasions: on its initial release in 1976 and again in 1992, when it appeared in a memorable scene from the film comedy Wayne’s World.

Going against the grain of 1977’s punk uprising, News of the World (1977) contained Queen’s most beloved (and despised) chant-along songs: “We Are the Champions” and “We Will Rock You.” Queen’s highest-charting album was 1980’s The Game (#1 for five 

weeks), which also produced their biggest singles, “Crazy Little Thing Called Love” and “Another One Bites the Dust.” All the while, Queen mounted ever-more grandiose live shows. Queen’s performance at the 1985 Live Aid spectacular is remembered as one of 

the day’s highlights and gave the band momentum for what turned out to be their final year of concert performances. Meanwhile, Queen continued to push the envelope in the studio. 

As the flamboyant frontman Mercury stated when A Kind of Magic was released in 1986, “I hate doing the same thing again and again. I like to see what’s happening now in music, film and theater and incorporate all of those things.”

The group ended with the death, due to AIDS-related causes, of Mercury in 1991. At the same time, their status as one of rock’s most legendary bands only continues to grow.

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