Queen
Radio ga ga
Queen
Fonte: musictory.it
I
Queen sono uno dei più importanti gruppi rock della storia
della musica, molto popolare soprattutto negli anni settanta ed
ottanta. Nonostante la morte del frontman Freddie Mercury il 24
novembre 1991, ancora oggi mantengono un grande seguito sia fra le
vecchie che fra le nuove generazioni.
Il loro nome equivale all'appellativo inglese per Regina. Si stima che il gruppo abbia venduto circa 300 milioni di dischi, di cui oltre 32.5 milioni nei soli Stati Uniti, risultando perciò tra gli artisti di maggior successo commerciale della storia. Con le loro 1422 settimane nelle
classifiche sono gli artisti di più lungo successo
commerciale nel Regno Unito, superando leggende della musica, come i
Beatles o Elvis Presley. Nel 2001 la band è stata inclusa nella Rock
and Roll Hall of Fame di Cleveland, nell'Ohio, nel 2004 nella UK
Music Hall of
Fame e, nello stesso anno, il brano Bohemian Rhapsody è
entrato nella Grammy Hall Of Fame, seguito nel 2009 dai brani We Will
Rock You e We Are The Champions. Inoltre il complesso è l'unico
nella storia ad essere stato ammesso per intero nella Songwriters
Hall Of Fame.
Il
gruppo ha riscosso nel corso degli anni un grandissimo successo di
pubblico ed ha avuto una forte influenza sulle generazioni che
l'hanno seguito e sui musicisti che ad esso si sono ispirati. Ognuno
dei componenti era in grado di occuparsi della parte compositiva dei
brani
(numerosi furono infatti i pezzi scritti a più mani, come
quelli composti dai soli membri in autonomia), ma era Freddie Mercury
il personaggio più noto del gruppo, sia per via del ruolo di leader
sia per le proprie straordinarie capacità vocali, con un'estensione
pari a tre ottave,
senza l'uso del falsetto, ed a 3 e mezzo con l'uso
dello stesso. Tra i brani scritti da Mercury si ricordano We Are the
Champions, Bohemian Rhapsody (proclamata più volte da critici e da
sondaggi popolari la migliore canzone di sempre), Somebody to Love.
Degli altri membri
della band sono molto citati anche Radio Ga Ga
di Roger Taylor, We Will Rock You e Who Wants to Live Forever di
Brian May, e Another One Bites the Dust e I Want to Break Free di
John Deacon. In quasi tutti gli album pubblicati, tranne nei
primissimi, era presente almeno un brano scritto da ogni componente
del gruppo.
Altra caratteristica che li ha resi celebri erano le loro esibizioni dal vivo; dal 1970 al 1986 hanno sostenuto 707 concerti in 26 nazioni toccando tutti e 5 i continenti. Alla band è stato
spesso
attribuito, nel corso degli anni, il titolo di miglior live-band
della storia e la loro esibizione al Live Aid è stata votata da un
vasto numero di critici non solo come la migliore dell'evento, ma una
delle migliori in assoluto della storia della musica.
I Queen si formarono nel 1970, dopo che Freddie Mercury (vero nome Farrokh Bulsara), cantante e pianista del gruppo Sour Milk Sea, si era unito agli Smile, rimasti in due (Brian May e Roger Taylor) dopo l'abbandono del cantante e bassista Tim Staffell.
Subito dopo la sua entrata nel gruppo, Mercury propose di cambiare il nome della band in Queen. Nel 1971, dopo aver provato nelle prime esibizioni alcuni bassisti, la band decise di assumere definitivamente John Deacon. «Ho pensato al nome "Queen". È solo un nome,
ma è molto regale ovviamente, e suona benissimo. È
un nome forte, molto universale e immediato. Ha molte potenziali
visuali ed è aperto a tutti i tipi di interpretazioni.»
(Freddie
Mercury)
Lo
stemma della band (disegnato da Mercury) include i segni zodiacali
dei quattro componenti, sovrastati da un'araba fenice, uccello
mitologico conosciuto per la capacità di ritornare in vita dalle sue
stesse ceneri, scelta in segno di immortalità e speranza. Il logo è
composto da due leoni (Roger Taylor e John Deacon) a presidiare la
corona della regina al centro di una "Q" (Queen,
appunto), un granchio per il segno del Cancro (Brian May) e due fate
che rappresentano la Vergine (Freddie Mercury).
«I nostri album tenderebbero ad essere una collezione di canzoni, perché le scriviamo tutte nel gruppo, tutti insieme.»
(John
Deacon)
Nell'estate del 1973 i Queen pubblicarono il loro primo album, dall'omonimo titolo. L'uscita dell'album fu anticipata dalla pubblicazione del singolo Keep Yourself Alive, che però non fece mai comparsa nelle classifiche britanniche (anche a causa della mancanza di
promozione radiofonica), e anzi venne definito addirittura
"osceno" dai critici della rivista Rolling Stone. A
distanza di anni dalla sua pubblicazione, Queen sarebbe stato
però considerato un ottimo album d'esordio. Il disco contiene anche
Seven Seas of Rhye, ma
non si tratta della stessa versione conosciuta
dalla maggior parte delle persone, quella cioè pubblicata come
singolo l'anno dopo ed inclusa nel loro primo greatest hits, bensì
di una versione strumentale.
Nel febbraio del 1974 vide la luce Queen II, il loro secondo album, diviso in due, Lato Bianco (White Side) e Lato Nero (Black Side), composti rispettivamente da Brian May e Freddie Mercury con un contributo di Roger Taylor nel White Side. Quest'album è stato più
volte considerato da parte della critica un concept, incentrato
sull'eterna lotta tra il bene ed il male. Il singolo estratto fu la
versione cantata di Seven Seas of Rhye, loro prima hit, che
raggiunse, ma solo in Gran Bretagna, la top ten assestandosi alla
decima posizione della classifica.
«Parecchia
gente credeva che fossimo soltanto una band di Heavy Metal, ma Killer
Queen mostrava un lato nuovo dei Queen. Di sicuro
quell'album riempiva un vuoto storico, era di più facile ascolto e
avrebbe affascinato molta più gente.»
(John
Deacon)
Il 1974 si rivelò comunque un anno più soddisfacente per la formazione inglese, soprattutto perché in ottobre riuscì a pubblicare Sheer Heart Attack, terzo album in studio. Composto da una notevole varietà di stili musicali, il singolo più famoso tratto dall'album fu Killer
Queen, che raggiunse la seconda posizione, anche stavolta solo
in Gran Bretagna. La varietà di generi musicali passa dall'hard
rock/heavy metal di Now I'm Here e Stone Cold Crazy (coverizzata dai
Metallica nel 1990), al rock di Brighton Rock e Tenement Funster,
alle ballate come Dear Friends, fino ad un accenno di charleston con
Bring Back That Leroy Brown.
«È stato un lavoro terribile: una settimana intera per cercare di realizzare le idee di Freddie; ogni volta che m'illudevo di aver finito con i cori arrivava e diceva: "Ho pensato di aggiungere ancora un po' di «Galileo»"»
(Roy
Thomas Baker - riguardo la nascita di Bohemian Rhapsody)
«Per Queen II e Sheer Heart Attack volevamo fare un sacco di cose ma non c'era abbastanza spazio mentre per A Night At The Opera l'abbiamo avuto. Non siamo ancora a metà strada, ma da quello che ho potuto sentire abbiamo superato tutto quanto abbiamo fatto in precedenza.» (Freddie Mercury)
Il 1975 fu l'anno dell'affermazione. I Queen passarono molto tempo in sala di registrazione, in ben sei studi di produzione, con la guida del produttore Roy Thomas Baker ed incisero l'album A Night at the Opera, l'album più costoso dell'epoca. Il titolo è ispirato all'omonimo
film dei fratelli Marx, ed è uno dei loro album di
maggior successo. Contiene una delle loro canzoni più celebri,
Bohemian Rhapsody, scritta da Freddie Mercury e accompagnata da
quello che è definito il primo videoclip della storia: il brano
rimase per ben nove settimane
brano del 1957). Notevoli furono anche i brani scritti dagli altri
componenti, come I'm In Love With My Car di Roger Taylor, brano tra
l'altro cantato proprio dal batterista, The Prophet's
Song, lunga
suite di Brian May e You're My Best Friend di John Deacon, sua
seconda composizione per la band e giunta al settimo posto nella
classifica inglese. Quest'album fu il loro primo successo negli Stati
Uniti.
Nel 1976, dopo aver ottenuto un certo successo di critica e pubblico, i Queen si esibirono in un concerto gratuito ad Hyde Park, a Londra, dove si radunarono circa 176.000 persone, un buon risultato per la band. In tale occasione furono presentati anche brani appartenenti al
loro album successivo, A Day at the Races, il cui
titolo si rifà ancora una volta ad un altro omonimo film dei
fratelli Marx. All'epoca, ed effettivamente ancor oggi, il disco
venne considerato non all'altezza del precedente, nonostante fosse di
ottima qualità e contenesse
brani molto apprezzati come Somebody to
Love, in cui i Queen tentarono di rifarsi al genere gospel, il
brano hard rock Tie Your Mother Down, pezzo forte di tutti i loro
futuri concerti (nonostante un per niente eccelso 28° posto nelle
charts) e The Millionaire Waltz, che prosegue l'eclettismo musicale
di Bohemian Rhapsody.
Il 1977 vide il nascere del movimento punk, ma i Queen seppero adeguarsi alla moda del momento ancora una volta e resistere alla crisi del rock. In due mesi e mezzo registrarono News of the World, il loro sesto album, che si contraddistingue per sonorità più immediate e
grezze e fu il loro secondo successo negli Stati Uniti.
L'album contiene le due "hit da stadio", spesso suonate in
occasione degli eventi sportivi, We Are the Champions e We Will Rock
You, rispettivamente scritte da Freddie Mercury e Brian May, il pezzo
pre-punk Sheer Heart Attack di Roger Taylor, e la ballata di John
Deacon Spread Your Wings.
Nel 1978 i Queen lanciarono Jazz, con un party sopra le righe, come nel loro solito stile, a New Orleans, in omaggio all'omonimo stile musicale ma anche come voluto gioco di parole, dato che in inglese jazz può significare anche "chiacchiere, pettegolezzi". L'album venne
criticato sia dalla stampa sia da una parte del
pubblico, per essere troppo pomposo e artefatto, gli stessi motivi
che portarono molti altri ad osannarlo. Tra le sue canzoni più
famose ci sono Fat Bottomed Girls, un hard rock grezzo scritto da
Brian May, Bicycle Race,
un pezzo che prende in giro miti e luoghi
comuni dell'epoca ed accompagnato da un video (poi censurato) che
presentava ragazze nude in bicicletta, e Don't Stop Me Now, allegra
cavalcata di pianoforte e voce, scritte entrambe da Freddie Mercury.
Nell'album compare
anche il brano hard rock Mustapha, la cui intro in
arabo diventò un classico dei concerti negli anni settanta, e la
ballata Jelaousy, singolo del 1979, caratterizzata dalla chitarra di
May, il cui suono ricorda molto da vicino un Sitar.
Dopo una lunga serie di concerti, nel 1979 uscì Live Killers, il loro primo album live. Negli anni seguenti, tutti e quattro i membri della band si dichiararono non soddisfatti dal messaggio sonoro del disco, pubblicato per volontà della EMI al solo scopo di placare le numerose pubblicazioni bootleg dell'epoca.
Nel 1980 i Queen compirono un'altra svolta stilistica, pubblicando l'album The Game. Affidandosi alle cure del produttore Mack, ripulirono il loro stile dalla pomposità glam anni settanta e si lanciarono con suoni più asciutti e diretti negli anni ottanta. Quest'album segnò
la comparsa, per la prima volta su un album dei
Queen, dei sintetizzatori, l'assenza dei quali era
espressamente rimarcata nei credits degli album precedenti. The Game
contiene alcuni dei singoli più venduti della band inglese: Crazy
Little Thing Called Love di Freddie
Mercury, primo numero uno della
band negli Stati Uniti; Another One Bites the Dust di John Deacon, il
pezzo più venduto in assoluto dei Queen negli USA, nelle
classifiche Billboard rock, dance ed R&B contemporaneamente e
lanciato come singolo, secondo una voce non
confermata, su consiglio
di Michael Jackson; Save Me, una ballata di Brian May. The Game
raggiunse per la prima volta il primo posto in classifica, sia in
Gran Bretagna che negli Stati
Uniti. Nello stesso anno i Queen
composero la colonna sonora del film Flash Gordon. Anche se il film
si rivelò in seguito un flop commerciale, la pellicola ebbe il
merito di accrescere ancora la già smisurata fama del quartetto.
Il 1981 vide i Queen impegnati in un altro tour mondiale, che li portò in Europa, Stati Uniti, Giappone e, per la prima volta, in America Latina. Nello stesso anno uscì la prima raccolta ufficiale dei loro brani di maggior successo, Greatest Hits, che è tra i dischi più venduti dal quartetto (secondo le ultime stime, 12 volte disco di platino).
Al termine del tour, nel 1982, i Queen si dedicarono alla registrazione dell'album successivo, Hot Space. Il disco risentì del successo dell'album precedente, The Game, e abbandonò le sonorità rock per essere influenzato da disco e funk. All'epoca venne
considerato un tradimento dai fan della vecchia guardia, abituati
all'hard rock della band inglese, ed il loro peggiore album,
nonostante un buon quarto posto in classifica. I brani furono
registrati con una produzione diversa; tuttavia non mancano pezzi di
stile
classicamente hard rock e glam come Under Pressure, scritta ed
interpretata insieme a David Bowie, Back Chat e Staying Power, la
ballata Las Palabras De Amor, Life is real (dedicata a John Lennon) e
pezzi più aggressivi come Put Out The Fire ed Action This Day,
brani
questi assai apprezzati dal vivo, ma non così sul disco, anche
grazie ad arrangiamenti più rock ed immediati durante le esibizioni
live. Michael Jackson si ispirò a Hot Space per il suo album
"bestseller" Thriller del 1982.
Sempre attenti all'aspetto commerciale dei loro album e a causa del responso di pubblico non esaltante per Hot Space, nel 1983 i Queen sospesero le attività e si dedicarono a progetti solisti. A quella data risalgono le prime voci di un loro possibile scioglimento. Nel
1984 ritornarono con un nuovo album, The Works, che contiene ben
quattro singoli: Radio Ga Ga, scritta da Roger Taylor ed uno
dei loro più celebri inni da stadio, resa celebre dal battimano nel
video guidato da Freddie Mercury (la canzone fu anche eseguita, dal
gruppo
durante il Festival di Sanremo, nel febbraio del 1984, in
playback per l'unica volta nella loro
carriera, e questo causò anche
liti interne poco prima dell'esibizione); la ballata It's a Hard
Life, brano in parte ispirato all'opera I Pagliacci, e il cui
videoclip era uno tra i preferiti di
Mercury; Hammer to Fall e I Want
to Break Free, canzone diventata un inno di libertà per i popoli
sudamericani. Proprio quest'ultima avrebbe fatto nascere altre
polemiche sui Queen. Il video che l'accompagna, su idea della
ragazza di Roger Taylor, vede i quattro travestiti
come le
protagoniste di una popolare serie inglese dell'epoca. Giudicato
molto divertente dagli inglesi, fu tacciato di cattivo gusto negli
Stati Uniti e bandito dalle televisioni. Proprio le scarse vendite, a
dispetto del successo dei quattro singoli e la presenza di altri
brani sperimentali e di qualità su The Works, furono motivo di altre
tensioni nel gruppo.
«Quando
ci siamo travestiti per il video di "I Want To Break Free",
in Inghilterra tutti l'hanno presa come una cosa divertente, ma in
America non l'hanno mandata giù, e l'hanno considerata un grave
affronto.» (Brian
May.)
Nello stesso anno i Queen si esibirono a Sun City, in Sudafrica, dove allora vigeva il regime razzista dell'apartheid. Per quella performance furono molto criticati, in patria e nel resto del mondo.
Il 1985 li vide protagonisti di due grandi eventi musicali. Il 12 gennaio furono gli ospiti
principali del Rock in Rio, dove suonarono
davanti circa 300.000 persone, sia nella serata iniziale sia in
quella finale del 19 gennaio. L'evento che li consegnò alla storia
fu però il Live
Aid, concerto umanitario organizzato da Bob Geldof e
tenutosi il 13 luglio 1985, che vide la partecipazione di numerosi
artisti internazionali. I Queen si esibirono a Wembley per una
ventina di minuti. A detta della stampa, del pubblico e degli altri
musicisti presenti, per una
volta d'accordo, la loro interpretazione
fu memorabile e addirittura una delle migliori di tutti i tempi; in
particolare, Radio Ga Ga, cantata da Freddie Mercury che
guidava il battimani dell'intero stadio, è rimasta nella storia.
«Noi abbiamo suonato bene, ma Freddie era oltre, e ha portato tutto a un altro livello.»
(Brian
May sull'esibizione del Live Aid)
«I Queen non erano più un gruppo unito ma quattro individualità che lavoravano insieme. Il Live Aid ci ha totalmente rivitalizzati, restituendoci l'entusiasmo di un tempo.»
(John
Deacon)
La partecipazione al Live Aid rivitalizzò i Queen, che pubblicarono il singolo hard rock One Vision, poi utilizziato come colonna sonora del film L'aquila d'acciaio. Il brano figurò nel loro successivo album.
A Kind of Magic uscì nel 1986, e le composizioni fanno parte della colonna sonora del film
Highlander. Il singolo A Kind of Magic arrivò
primo in ben 35 nazioni e rilanciò in modo definitivo i Queen,
che iniziarono il Magic Tour, il loro tour più grande e
spettacolare. In 26
date raccolsero circa un milione di spettatori,
di cui 400.000 solo in Gran Bretagna. Di particolare rilievo furono
le date di Budapest, all'epoca ancora sotto l'influenza dell'Unione
Sovietica (fu il primo concerto di un artista europeo in un paese
dell'Europa dell'Est dal
1964), al Wembley Stadium e quella finale a
Knebworth. A Wembley Freddie dichiarò, per smentire le ennesime voci
di scioglimento: «Forget those rumours, we're gonna stay together
'till we fucking well die, I'm sure!» («Dimenticate queste voci,
staremo ancora insieme fino alla dannata morte, ne sono più che
sicuro!»).
Il concerto al Wembley Stadium fu uno dei più famosi e celebrati. Si aprì con la canzone One Vision, e poi si concluse con l'inno inglese God Save the Queen. Il concerto durò più di Forever. A Knebworth, il 9 agosto 1986, Freddie Mercury si esibì per l'ultima volta con i Queen in una delle sue prestazioni vocali più apprezzate.
Dopo il Magic Tour, i Queen si presero una pausa di tre anni. Freddie collaborò con il soprano Montserrat Caballé per registrare l'album Barcelona, la cui canzone omonima divenne tre anni dopo l'inno dei Giochi olimpici di Barcellona 1992. Nel 1989 i Queen
ritornarono con l'album The Miracle, che contiene ben cinque singoli
tra cui la potente I Want It All (terzo posto nelle classifiche) e la
solare The Miracle, che li lanciò verso il disco di platino negli
USA. Per la prima volta ogni singolo brano fu accreditato all'intera
band,
anche se per la maggior parte delle volte le canzoni erano per
lo più scritte da un solo componente. Dell'album fanno parte anche
singoli come The Invisibile Man, Breakthru e Scandal.
L'assenza di un tour, e le sempre più rare apparizioni di Freddie in pubblico, alimentarono le speculazioni della stampa sulla salute del cantante. Freddie si limitò a dire che la decisione di non compiere un tour era dovuta soltanto a lui, oltre che alla voglia di rompere il ciclo album/tour degli anni passati.
«Non penso che dimenticheremo mai il giorno che Freddie ci disse della malattia. Ce ne andammo via da qualche parte con la morte nel cuore.»
(Brian
May)
Nel
1991 le voci su Freddie Mercury malato di AIDS divennero sempre più
insistenti sui quotidiani scandalistici, ma furono negate con
altrettanta determinazione dal cantante, da sempre in lotta con la
stampa per proteggere la propria privacy (per la cui tutela amava
paragonarsi a Greta Garbo). Nello stesso anno uscì l'album Innuendo,
uno dei loro migliori a detta di pubblico e critica. L'omonima
canzone è una piccola opera rock di sei minuti, composta di varie
parti tra cui un assolo di flamenco (eseguito da Steve Howe, storico
chitarrista degli Yes). Il video di supporto al singolo, consentì ai
Queen di battere la loro stessa storia, superando in lunghezza
quello di Bohemian Rhapsody. Tutto l'album risentì di un clima
triste, per l'aggravarsi della malattia di Freddie. Tra gli altri
brani sono citati anche:
Headlong, potente hard rock; I'm Going
Slightly Mad, brano surreale e volutamente ironico; la drammatica ed
epica The Show Must Go On, di un'impressionante difficoltà vocale e
These Are The Days of Our Lives, un ricordo dei tempi passati
insieme, nel cui video
Mercury comparve pubblicamente per l'ultima
volta. Casualmente, ma significativamente, le ultime parole del brano
"I Still Love You" (Vi amo ancora) sembrano voler
rappresentare quasi un ultimo saluto del cantante ai suoi fan.
Il
23 novembre 1991 Freddie Mercury annunciò ufficialmente al mondo di
avere l'AIDS.
«Non
voglio cambiare il mondo, lascio che siano le mie canzoni ad
esprimere le sensazioni e i sentimenti che provo ed ho provato.
Essere felici è il traguardo più importante per me,
ora, e quando
sono felice il mio lavoro lo dimostra. Alla fine tutti gli errori che
ho commesso e tutte le relative scuse saranno da imputare solo a me:
mi piace pensare di essere stato solo me stesso... Adesso voglio
solamente avere tutta la gioia e la serenità possibili, e vivere
quanta più vita possa, per tutto quel poco tempo che mi resta da
vivere.»
Il 20 aprile 1992 si svolse a Wembley il Freddie Mercury Tribute, il concerto in ricordo del cantante. Insieme ai tre componenti superstiti del gruppo, si alternarono sul palco altri artisti di spessore come Metallica, Guns N' Roses, David Bowie, Roger Daltrey, Robert Plant,
George Michael, Elton John, Liza Minnelli, Extreme, Def
Leppard e molti altri, che eseguirono anche brani dei Queen.
Il concerto, oltre che per l'eccezionalità dell'evento musicale, si
segnalò per l'aver richiamato il mondo sul dramma dell'AIDS. Il
giudizio della
critica dal punto di vista squisitamente musicale fu
impietoso: le tracce dei Queen cantate da altri cantanti
misero in mostra, se mai ce ne fosse stato bisogno, l'inadeguatezza
di
questi nei confronti della voce e dell'interpretazione di Freddie
Mercury. Il solo George Michael sembrò cavarsela abbastanza bene.
Altre polemiche nacquero da un Padre Nostro recitato da David Bowie
nel corso della sua esibizione.
Nel 1995 uscì Made in Heaven, con le ultime registrazioni inedite di Freddie Mercury, che riportò i Queen ai primi posti delle classifiche di vendita. Il disco contiene vecchie tracce rielaborate non pubblicate negli album precedenti, come My Life Has Been Saved (b-side
risalente al 1989), più le ultime tracce vocali di Freddie
Mercury registrate prima di morire, come A Winter's Tale, la ballata
Too Much Love Will Kill You (brano solista di May) e
Mother Love.
Quest'ultima sembra che sia l'ultima traccia vocale registrata da
Mercury, anche se il produttore David Richards ha dichiarato di avere
ascoltato la registrazione di almeno altre due demo.
Nel 1997 fu pubblicato Queen Rocks, una compilation che raccoglie le canzoni più dure della band, tra cui Stone Cold Crazy, One Vision, Hammer To Fall ed I Want It All. Inoltre c'era una complessa revisione di I Can't Live With You e No-One But You, brano inedito
suonato dai tre rimanenti membri della band, con l'alternarsi alla
voce di Brian May e di Roger Taylor, in memoria di Freddie Mercury e
successivamente di Lady Diana, scomparsa in quell'anno (sarà
l'ultimo brano in cui John Deacon suonerà il basso per i Queen).
Nel
1999 uscì il Greatest Hits III, una raccolta giudicata dalla critica
"per mantenere alto il nome Queen". Questo disco
contiene: tracce soliste di Freddie Mercury come Living On My Own e
Barcelona; una versione remixata di Under Pressure (unico singolo
della raccolta) e
vari duetti, che spiegano quell'insolito "+"
presente sulla copertina dell'album affianco al nome "Queen".
Another One Bites The Dust è in questa occasione ripresa da Wyclef
Jean, mentre The Show Must Go On e Somebody to Love sono cantate
rispettivamente da Elton
John e George Michael. Chiudono la tracklist
No-One But You e Thank God It's Christmas (singolo del 1984
precedentemente mai incluso in un album), e i singoli di maggior
successo estratti dall'album Made in Heaven.
Nonostante la scomparsa di Freddie Mercury, leader indiscusso e simbolo della band, la musica dei Queen è sopravvissuta al cantante, continuando a riscuotere successo anche negli anni seguenti e conquistando ancora molti fan tra le nuove generazioni.
Il 3 giugno 2002 i Queen rimanenti (May e Taylor) sono stati ospitati al Party at the Palace a Londra, ove hanno suonato in ordine: Radio Ga Ga (voce di Taylor e batteria di Phil
Collins), We Will Rock You (voce di May e duetto alle batterie di
Taylor e Collins), We Are the Champions (voce di Will Young) e
Bohemian Rhapsody (in una spettacolare esibizione del cast del
musical We Will Rock You).
Nel
2003 invece sono stati ospitati al Pavarotti & Friends, ove hanno
suonato We Will Rock You (cantata da Brian May), Radio Ga Ga
(cantata da Roger Taylor), Too Much Love Will Kill You (in un duetto
fra Brian May e Luciano Pavarotti, che cantava la stessa canzone con
strofe in italiano), e We Are the Champions (cantata da Zucchero).
Prova del continuo affetto dei fan è il tour mondiale sostenuto dal 2005 al 2006 da Brian May e Roger Taylor, che ha riscosso un enorme successo in Europa e negli Stati Uniti.
Al fianco del chitarrista e del batterista vi è stato l'ex cantante di Free e Bad Company, Paul Rodgers. Per scelta dei due membri della band, il tour è sempre stato annunciato come Queen + Paul Rodgers, per specificare come non si trattasse di un cambio di formazione
ma di un'"aggiunta" occasionale alla band
originale, dovuta alla necessità di avere un cantante.
Precedentemente, infatti, molti fan avevano espresso il loro
malcontento per un'eventuale nuova formazione della band storica. Ma
i rimanenti Queen non hanno mai
cercato un nuovo cantante,
nonostante l'ammirazione di molti artisti come la popstar Robbie
Williams, che nel 2004 aveva addirittura dichiarato: "Mi sarebbe
piaciuto prendere il posto
di Freddie Mercury nei Queen".
Dopo tanti anni, la collaborazione di Paul Rodgers è stata casuale e
si è resa possibile solo grazie alla sinergia tra lui e gli altri
Queen, creatasi durante una sessione ritmica.
Da questo come da altri progetti della band senza Freddie Mercury, il bassista John Deacon si è sempre dissociato, pur riferendo la propria non ostilità verso tali operazioni. La sua ultima apparizione con il resto della band risale al 17 gennaio 1997, al Ballet for Life - Music
by Queen & Mozart tenutosi a
Parigi, in Francia. In questa occasione fu eseguita dal vivo The Show
Must Go On, assieme ad Elton John. Ora John Deacon vive in
Inghilterra con la sua famiglia, e lavora come piccolo imprenditore.
Così
nella primavera del 2005 i Queen + Paul Rodgers partono per
una tournée che toccherà anche 4 città italiane (Roma, Milano,
Firenze e Pesaro) a dispetto delle pochissime presenze nel nostro
paese durante la loro carriera con Freddie Mercury e John Deacon,
vale a dire una apparizione a Sanremo nel 1984 e sempre nello stesso
anno due concerti il 14 e 15 settembre al Palasport di Milano San
Siro, poi crollato sotto il peso della neve nel
Gennaio successivo.
Il tour riscuote grande successo e ciò induce May, Taylor e Rodgers
a tentare l'avventura anche in Giappone e in Nord America dove
riscuoteranno altrettanto successo.
Il 19 settembre 2005, il tour europeo Queen + Paul Rodgers ha dato vita al doppio CD live "Return of the Champions", raccolta delle classic hits presenti in scaletta nei concerti del tour, comprendenti anche alcuni brani di Free e Bad Company come All Right Now, Can't Get Enough e "Feel Like Making Love".
Il 15 agosto 2006, Brian May ha annunciato il ritorno dei Queen con la registrazione di un nuovo album di studio, dopo 12 anni di silenzio discografico. La "nuova" formazione comprende May, Taylor e Paul Rodgers.
Nel gennaio del 2007, il chitarrista del gruppo ha dichiarato che nei mesi di febbraio e marzo è stata prevista la registrazione del nuovo disco con Paul Rodgers, sostenendo che sarebbe stato tutto materiale nuovo e da non confrontare con quello degli anni precedenti. Inoltre May ha annunciato che nel 2007 non ci sarebbe stato nessun tour, previsto invece per il 2008.
Nel marzo 2008, è stato annunciato da parte del gruppo sia il lancio del nuovo album The Cosmos Rocks, pubblicato il 15 settembre 2008 in Europa e il 14 ottobre in USA, sia il nuovo tour. Il tour è partito il 16 settembre 2008 e prevedeva 25 tappe, tra cui due italiane: Roma (26 settembre 2008) e Milano (28 settembre 2008).
I Queen hanno ricevuto una nomina ai Grammy nella categoria "Miglior canzone rock da un duo o vocale", grazie al brano Another One Bites The Dust.
Source: rockhall.com
Queen represented rock’s bombastic pinnacle. Melding glam-rock with hard-rock, the group’s ornate, multi-tracked recordings and in-your-face songs resulted to worldwide sales of more than 130 million records. Queen took flight in the Seventies, embodying the thrills
and excesses of that decade. “We’re the Cecil B.
DeMille of rock and roll, always wanting to do things bigger and
better,” said vocalist Freddie Mercury. Exhibiting a keen
intelligence and capacity for reinvention, Queen drew from
contemporary music, visual media and pop culture, blowing it all up
into a multimedia spectacle grounded in solid rock.
Beyond the flamboyant exterior, however, there was genuine power and daring in their music, which ranged from the neo-rockabilly swagger of “Crazy Little Thing Called Love” to the driving disco-funk of “Another One Bites the Dust.” Queen concocted a densely layered
rock operetta, “Bohemian Rhapsody,” that is among the
most ornate productions in music history. They also served up
crowd-pleasing chants like “We Are the Champions” and “We Will
Rock You,” which have both become anthems in the world of sports.
The group formed in London in 1971. They came to music from university studies in such far-ranging disciplines as art, biology and astronomy. In keep with their regal vision, the nascent quartet foreswore the usual humbling rounds of pub and club gigs, working
privately on a more theatrical, stage-ready presentation. Their first
public concert took place in 1973 before an audience of invited
guests at a London college. Eight years later, in March 1981, they
would perform in Sao Paulo, Brazil, on consecutive nights to
audiences
numbering 131,000 and 120,000 - the largest paying crowds
ever to hear a single band. In 1985, they played to a quarter of a
million people at the Rock in Rio festival. That same year, they
delivered an electrifying segment at the Live Aid benefit concert,
seen by a TV audience of hundreds of millions.
Clearly Queen was a band born to play stadiums. A specially designed stage prop - a 5,000-pound lighting rig shaped like a crown - accompanied them on tour. “The stage is
designed to cope with the
venues we’re playing in, to get the optimum out of those places,”
explained drummer Roger Taylor. “The more the merrier,” said
guitarist Brian May of Queen’s stadium-filling mass appeal.
Excepting live albums and hits compilations, Queen released 15 studio albums of original music between 1973 and 1995. Their self-titled debut laid out the fundamentals of Queen’s sound - built around May’s layered guitars and Mercury’s biting vocals - on such tracks as
“Keep Yourself Alive” and “Liar.” Their
massively overdubbed second album, Queen II (1974), exploited
cutting-edge studio technology and remains a pillar of grandiose,
assaultive hard rock. The title of Queen’s third album,
Sheer Heart Attack (also released in
1974), summed up the monumental
intensity of their work and yielded their first hit single, “Killer
Queen.” Back-to-back albums at mid-decade - A Night at the
Opera and A Day at the Races - borrowed Marx Brothers movie titles.
More important, A Night at the Opera
ushered forth Queen’s
grandest moment: “Bohemian Rhapsody.” This seven-minute magnum
opus cracked the Top Ten on two occasions: on its initial release in
1976 and again in 1992, when it appeared in a memorable scene from
the film comedy Wayne’s World.
Going
against the grain of 1977’s punk uprising, News of the World (1977)
contained Queen’s most beloved (and despised) chant-along
songs: “We Are the Champions” and “We Will Rock You.” Queen’s
highest-charting album was 1980’s The Game (#1 for five
weeks),
which also produced their biggest singles, “Crazy Little Thing
Called Love” and “Another One Bites the Dust.” All the while,
Queen mounted ever-more grandiose live shows. Queen’s
performance at the 1985 Live Aid spectacular is remembered as one of
the day’s highlights and gave the band momentum for what turned out
to be their final year of concert performances. Meanwhile, Queen
continued to push the envelope in the studio.
As the flamboyant
frontman Mercury stated when A Kind of Magic was released in 1986, “I
hate doing the same thing again and again. I like to see what’s
happening now in music, film and theater and incorporate all of those
things.”
The
group ended with the death, due to AIDS-related causes, of Mercury in
1991. At the same time, their status as one of rock’s most
legendary bands only continues to grow.
0 commenti:
Posta un commento
Tutti i commenti prima di essere pubblicati verranno sottoposti a moderazione da parte dell' amministratore.