Antonello Venditti
Ci vorrebbe un amico
Antonello Venditti
Fonte: Wikipedia
Antonello
Venditti, all'anagrafe Antonio Venditti (Roma, 8 marzo 1949), è
un cantautore italiano. Considerato fra i più popolari e tra i più
prolifici della cosiddetta Scuola Romana,
dal 1972, anno del suo
debutto discografico, ha condensato nel suo repertorio canzoni
d'amore e d'impegno sociale. Con 30 milioni di copie è uno tra gli
artisti italiani con il maggior numero di dischi venduti.
Nasce
a Roma[2] nel quartiere Trieste (precisamente in via Zara 13). È
figlio unico di una famiglia appartenente alla medio-alta borghesia
italiana: il padre Vincenzino Italo, molisano di Campolieto, in
provincia di Campobasso, è un funzionario dello Stato che diventerà
viceprefetto di Roma; la madre romana Wanda Sicardi, è insegnante
liceale di latino e greco. Dal 1975 al 1978 è stato sposato con
Simona Izzo dalla quale ha avuto il figlio Francesco Saverio, nato il
27 agosto 1976, attore e doppiatore, che gli ha dato due nipoti,
Alice Venditti e Tommaso Venditti, avuti da Alexandra La Capria.
Viene avvicinato allo studio della musica giovanissimo. Già durante le scuole elementari, frequentate alla scuola "XX Settembre 1870" di via Novara, studia il pianoforte. Nella canzone Mio padre ha un buco in gola descriverà in maniera sarcastica la sua famiglia: il
padre, infatti, aveva subìto una ferita alla gola nella seconda
guerra mondiale (un proiettile gli rimbalzò sulla fibbia della cinta
e si conficcò nella sua gola), mentre della madre, insegnante di
latino e greco, canta «mia madre è professoressa, o meglio è una
professoressa madre, mi ha dato sempre 4 anche se mi voleva bene».
Durante l'adolescenza ha problemi di obesità, arrivando a pesare 90 chili («ed io io crescevo bene, grasso come un maiale», canta sempre in Mio padre ha un buco in gola). A 14 anni scrive le sue prime tre canzoni: Sora Rosa (la prima in assoluto), Lontana è Milano
e Roma
Capoccia. Intanto frequenta il liceo Giulio Cesare, a cui rimarrà
profondamente legato, tanto da dedicargli anni dopo una celebre
canzone intitolata proprio Giulio Cesare. Dopo la maturità classica
si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza all'Università La
Sapienza,
laureandosi in legge nel 1973. Continua gli studi prendendo
anche la laurea specialistica in Filosofia del diritto. Ha ritirato
la laurea solo nel 1999 in una lezione concerto tenutasi nell'Aula
Magna della Sapienza per festeggiare il suo 50º compleanno.
Nel 1969 firma il suo primo contratto discografico con la It di Vincenzo Micocci. Antonello Venditti al Folkstudio nel 1971 (insieme al chitarrista Paolo Gatti) L'occasione di presentare la sua musica in pubblico arriva alla fine degli anni sessanta con la partecipazione alle
attività del celebre locale romano Folkstudio, assai importante
per la formazione dei giovani autori e la crescita musicale della
città (vi aveva suonato anche Bob Dylan nel 1962); Giorgio Lo Cascio
ricorda con queste parole l'arrivo di Venditti: Antonello fece la sua
comparsa un pomeriggio con un montgomery… aveva in mano un pezzo di
carta con il testo di una canzone che aveva scritto: era "Sora
Rosa", e a noi piacque molto. Antonello suonava il piano in un
modo che non avevamo mai sentito, ed aveva una voce veramente
eccezionale.
Nel suo libro, L'importante è che tu sia infelice, il cantautore scrive: Era un martedì quando staccai il primo passo dentro al Folkstudio di via Garibaldi e trovai un tale Francesco De Gregori che alternava composizioni sue a traduzioni di brani di Leonard Cohen e Bob Dylan.
Mi presentarono Giancarlo Cesaroni, ovvero l'uomo-censura, grande
boss, diviso fra sigaro, Ballantine's e corse dei cavalli. A fare i
provini c'era la fila, decideva lui a insindacabile giudizio. In un
angolo addossato al muro, malmesso e di schiena al pubblico, c'era un
pianoforte che veniva usato solo in caso di jazz. Quasi non esisteva
come strumento nell'immaginario collettivo. Gli suonai "Sora
Rosa", "Roma capoccia" e "Viva Mao" e il
capo sentenziò: "Puoi venire domenica". Lo spazio
domenicale cominciava alle 14:30 e
terminava quando noi decidevamo di
far girare le chiavi. Ci chiamavamo poco fantasiosamente "I
Giovani del Folk(studio)", ne facevamo parte io, De Gregori,
Giorgio Lo Cascio, Ernesto Bassignano, i quattro ragazzi con la
chitarra e il pianoforte sulla spalla finiti nella prima strofa di
"Notte prima degli esami".
Nel 1971 Venditti debutta come autore: la It pubblica infatti il 45 giri del gruppo Le Impressioni, Il prete rosso, che sul lato B ha la canzone È la fine della vita, scritta da Venditti.
Il 1975 è l'anno del suo matrimonio con Simona Izzo, e del successo di Lilly, con cui Venditti arriva al primo posto della hit-parade sia dei 33 giri che dei 45: questo album affianca a canzoni in dialetto romanesco ("Santa Brigida", orchestrata da Giuseppe Mazzucca e
Nicola Samale) ballate acustiche come "Attila e la
stella" e canzoni ironiche come "Penna a sfera"
(attacco di Venditti al giornalista di Ciao 2001 Enzo Caffarelli, che
lo aveva attaccato dalle pagine del suo giornale).
Per la prima volta appare una canzone sui ricordi del liceo, "Compagno di scuola", mentre la title track è una storia di droga; completa il disco Lo stambecco ferito, una storia ispirata alle vicende di Felice Riva.
Il disco seguente, Ullalla, pubblicato ad ottobre del 1976 tenta di staccarsi musicalmente dal precedente (grazie soprattutto alla presenza di Ivan Graziani, che suona le chitarre e cura
gli
arrangiamenti); le canzoni affrontano tematiche come il compromesso
storico in "Nostra signora di Lourdes", o il disastro
ambientale causato dall'ICMESA di Seveso il 10 luglio del 1976 con la
fuga della nube tossica di diossina nella "Canzone per Seveso".
Venditti
contatta un nuovo produttore, Michelangelo Romano (che ha già
lavorato con Alan Sorrenti e Roberto Vecchioni), che gli fa firmare
un nuovo contratto discografico con la
Philips, e contatta di nuovo
gli Stradaperta, il gruppo con cui aveva collaborato ai tempi di
Lilly, e registra Sotto il segno dei pesci (1978), con cui ritorna al
primo posto sia nelle classifiche dei 45 giri che dei 33, e Buona
Domenica (1979).
Dopo Buona Domenica il cantautore si prende una pausa di tre anni, anche per alcuni problemi familiari (in questo periodo si separa dalla moglie, Simona Izzo), interrotta solo dalla collaborazione con Luca Barbarossa (Venditti suona il pianoforte nella seconda versione di Roma spogliata, contenuta nell'album Luca Barbarossa).
Nel 1982 fonda una sua etichetta, la Heinz Music, distribuzione Ricordi (poi Bmg), con cui ha pubblicato negli anni ottanta: Sotto la pioggia (1982), Cuore (1984), Venditti e segreti (1986) al sax in tre brani partecipa Enzo Avitabile. Registra anche un live al Circo Massimo
di
Roma nell'ambito dei festeggiamenti del secondo scudetto giallorosso,
Circo Massimo (1983), che contiene due inediti: Grazie Roma e Circo
Massimo. Nel 1984 Venditti organizza un secondo concerto al Circo
Massimo per seguire la finale di Coppa dei Campioni della Roma,
trasmesso in diretta televisiva.
Nel 1985 esce un doppio live intitolato Centocittà, con un solo inedito: Centocittà. Il video di questo brano ha come protagonista Carlo Verdone da sempre amico del cantautore e che in futuro suonerà più volte la batteria nei dischi di Venditti: Rocky, Rambo e Sting (1986), In
questo mondo di ladri (percussioni, 1988), Benvenuti in
Paradiso (1991), Tutti all'Inferno (Voce iniziale e batteria, 1995),
Comunisti al sole (2007) e La ragazza del lunedì (2011). Suonerà
spesso anche in diversi concerti. Nel 1986 Venditti compone la
colonna sonora di un film del suo amico regista Carlo Verdone,
intitolato Troppo forte.
0 commenti:
Posta un commento
Tutti i commenti prima di essere pubblicati verranno sottoposti a moderazione da parte dell' amministratore.